
Bartolo da Sassoferrato: il giurista più influente del ‘300
Vita e formazione
Bartolo da Sassoferrato nacque nel 1314 a Rave di Venatura, un villaggio nei pressi di Sassoferrato, nelle Marche. Dotato fin da piccolo di eccezionali capacità intellettive, fu educato presso il convento di San Francesco sotto la guida di frate Pietro da Assisi, che lo influenzò profondamente.
A 14 anni si trasferì per studiare diritto civile alle università di Perugia e Bologna, dove ottenne la licentia docendi nel 1334. Iniziò a insegnare prima a Pisa e poi a Perugia, dove nel 1348 ricevette la cittadinanza onoraria. Fu nominato consiliarius imperiale da Carlo IV nel 1355. Morì prematuramente nel 1357, a soli 43 anni.
Opere e pensiero giuridico
Bartolo è ricordato come il principale esponente della scuola dei commentatori (o postglossatori). Scrisse commentari su quasi tutto il Corpus iuris civilis, eccetto le Institutiones di Giustiniano, e oltre 400 consilia giuridici su richiesta di privati.
Tra le sue opere più celebri spiccano:
-
De fluminibus (diritto dei fiumi)
-
De tyranno (sull’autorità politica)
-
De regimine civitatis (sul governo della città)
-
De statutis (conflitti giurisdizionali)
-
Tractatus represaliarum (fondamentale per il diritto internazionale privato)
Bartolo introdusse numerosi concetti innovativi, specialmente in materia di conflitti tra giurisdizioni, essenziali in un’Italia medievale frammentata in molteplici ordinamenti locali.
Eredità e fama
Venerato già in vita, fu definito lucerna iuris (luce del diritto) e monarcha iuris. Le sue opere furono studiate in tutta Europa e ritenute vincolanti nei tribunali di Spagna e Portogallo nel XV secolo. In Italia, le università di Bologna, Padova e Torino gli dedicarono cattedre specifiche.
La sua influenza giunse anche in Inghilterra, dove ispirò autori come Alberico Gentili e Richard Zouche. Il suo nome venne utilizzato anche nella letteratura e nell’opera, dando origine a figure caricaturali come il dottor Bartolo nel Barbiere di Siviglia di Rossini e nelle Nozze di Figaro di Mozart.
Critiche e dibattito accademico
Nel XVI secolo, l’umanista francese Jacques Cujas criticò duramente il metodo bartolista in favore del più filologico mos Gallicus, dando inizio a un vivace dibattito tra approccio storico e applicazione viva del diritto romano. Alberico Gentili fu uno dei più noti difensori del metodo bartolista.
Il “Tractatus represaliarum”
Quest’opera rappresenta un pilastro del diritto internazionale privato medievale. Organizzato in dieci quæstiones, affronta temi come la liceità delle rappresaglie, legittimazione, estensione della rivalsa, modalità e limiti. Nonostante le difficoltà teoriche e il contesto instabile del tempo, il Tractatus costituisce un importante tentativo di sistematizzazione del diritto delle rappresaglie.
Conclusione
Bartolo da Sassoferrato ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del diritto europeo. Il suo pensiero ha contribuito a costruire il ponte tra il diritto romano e la modernità giuridica, rendendolo uno dei giuristi più autorevoli della storia.
